06 gennaio 2008

Scoprendo Bacon


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Evviva le bancarelle di Port'Alba! Evviva i libri che prima di comprare puoi leggere alla luce bella dei mattini napoletani! Evviva i prezzi stracciati dei librari napoletani..
A Napoli, lungo Port'Alba o, scendendo, a San Biagio o ancora vicino alle librerie universitarie, è come se i libri venissero da ogni parte per vivere una ulteriore giovinezza e (deprezzandosi) ritrovassero la gioia di un lettore che li ama per come sono, talvolta polverosi, talvolta mangiucchiati o "con le orecchie" alle pagine. Talvolta logori. Altre volte praticamente nuovi (o come dicono d'occasione).
Là ho trovato un libro che facilmente si può trovare in ogni libreria: un saggio pubblicato dalla Taschen su Francis Bacon. Direte: "E ci voleva tutta questa tiritera, per dirci che hai preso un libro!". No, ma mi piaceva!

Dicevo. Affrontare l'opera pittorica di un autore senza utilizzare la sua stessa biografia per rendere maggiormente intellegibile l'opera stessa è arduo, specie quando le opere di un artista sono dirette immagini della sua vita privata, e scaturiscono direttamente dal suo quotidiano, dalle sue fissazioni, dai suoi gusti opersonali. Nel caso di Bacon questa difficoltà credo raggiunga gradi altissimi. Eppure questo libro credo sia riuscito a liberare l'opera dalla necessità di essere accompagnata dallo stretto dato biografico (che può sconfinare poi nel pettegolezzo gratuito). Ed è persino riuscito a convincermi della "profondità" mentale di un pittore che ancorché di mio gusto consideravo sciatto e pasticcione.

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