25 aprile 2008

Araki Gold

Vista la mostra Araki Gold, al Palazzo Fontana di Trevi. Per caso.
Le mostre ad ingresso libero, nei giorni di pioggia, sono la cosa migliore: ti permettono di prendere tempo nel caso che un imprevisto ti mandi a monte un appuntamento e tu , dopo tanta strada che hai fatto (e una sudata "per far presto") , ricevi una telefonata che con uno "scusa ma ritardo" ti fa restare solo ad aspettare due o tre ore che l'appuntamento alla fine, presumibilmente, venga in essere nonstante l'avverso fato e la pioggia.
Così anziché maledire il destino e l'acquazzone, mi sono infilato in questo bellissimo spazio espositivo (e non solo per la posizione, accanto alla fontana di trevi, ma anche per l'ampiezza delle sale e la loro buona illuminazione), con alle pareti centinaia di foto. Tutte, dico tutte, sensualissime.
La maggior parte ritraggono donne (ma ci sono pure travestiti) "impacchettate" nel bondage più artistico che si può immaginare: profusione di carni nude e levigate, colori profondi. O distese su letti sfatti. Comunque sempre con volti imperscrutabili e senza mai accennare ad un sorriso o una malinconia.
Ma ci sono anche stampe di fiori. E uova sode, e foto di gruppo. E ritratti, tanti ritratti: ragazze bellissime e vecchi signori giapponesi. Colori accesissimi ma pure il bianco e nero. Polaroid e stampe di grande formato. Ma sempre una mescolanza di sensualità ed erotismo: ora sfacciato ora appena accennato.
Ma di chi saranno, direte voi?
Le foto sono di un famosissimo (almeno tra i cultori della fotografia) fotografo giapponese Nobuyoshi Araki (che nelle foto che ho visto ha una faccia da uno di quei personaggi dei manga fortemente caratterizzati.. un po' vispa e un po' assente).
Pare che qui siano raccolte le foto più significative.. la serie "oro". O forse ho capito male io.
Comunque si spazia dai primi piani dei volti severi eppure gentili delle donne giapponesi degli anni sessanta con le loro cotonature, fino alle composizioni floreali (ikebana) fotografati come nudi di donna, con i fiori carnosi e vivissimi, dai colori accesissimi e dalle forme morbide.
Ma ci sono anche le uova sode, divise in due in un piatto di ceramica bianco, e diventano nelle foto di Araki un concentrato di sensualità e di vis erotica.
Voi direte: ma sei sicuro? Ma ti ha dato di matto l'ormone?? Non è che a furia di vedere ragazze cogli occhi a mandorla tutte discinte hai cominciato a vedere mollezze e pomposità carnale anche dove non c'è (un piatto di riso, un coccodrillo di plastica)?
Può pure essere, certo.. anzi forse è più che probabile che l'ormone mi sia svalvolato. Ma vi assicuro che la sensualità permeava quelle foto, e non solo "di riflesso" per la vicinanza a foto di nudi. Un uovo sodo, se lo fotografo io, resta tale.
Dopo un'oretta buona, sono uscito di nuovo. L'acquazzone aveva lasciato grozze pozzanghere. I turisti erano dimezzati. E, per la cronaca, l'appuntamento (che poi c'è stato) non ha dato nessun buon esito, almeno per me. Forse mi conveniva parlare di fotografia e nudi, di uova sode e fiori profumati, anziché d'altro: almeno avrei fatto miglior figura!!