19 settembre 2007

La solitudine di Orfeo

Quello di Orfeo è un mito che trovo bellissimo. Straziante forse, ma bellissimo. E amo l'apertura dell'Orfeo di Monteverdi: la musica degna di un trionfo (ma quanto al rispetto del mito del libretto..).
Orfeo una volta capito di non essere risalito dagli inferi che accompagnato dalla sola Euridice invisibile dei suoi versi, si mette in disparte. Solo. Si dice che non guardi più alcuna donna. Vive appartato, senz'altro che la sua voce e le sue parole d'amore perduto.
Allora un'immagine potrebbe essere questa: attorno, una folla di meravigliose donne condotte a lui dalla sua voce che fa ammansire le fiere più selvagge (o più bizzarre: ricordate il Pulcinella/Orfeo chimerico dipinto da Gino Severini?). Quelle donne gli paiono come assenti, e comunque inutili. Orfeo, seduto su una pietra, tra le dita solo la sua cetra, non ama più alcuna donna che non sia la sua Euridice, viva solo nei suoi versi. Non ama che la sua arte, l'unico tramite per la sua donna fatta di parole, di suoni.