16 agosto 2007

Scarabocchi

Dal sito di Repubblica, alcune fotografie degli "scarabocchi" dell'archivio del Banco di Napoli. Qui.

05 agosto 2007

Ventotene

Retrodatato all'agosto 2007

Un fine settimana a Ventotene.
Una culla fatta di cotone spesso e ruvido. Grilli innamorati per nenia, di notte.
Al sole acceso invece, l'isola è la corona selvaggia d'un villaggio gentile. Piante grasse e vicoli da Napoli d'un tempo perduto.
Casette colorate. La gente ha facce enigmatiche persino per me e un accento quasi indolente.
Un tempo remoto (e torri e mura spesse ne parlano) passavano qui pirati e conquistatori. Oggi la darsena è tutta turisti più o meno ricchi: barche da diporto, si fermano un poco, fanno compere, ripartono. Qui restano in pochi, m'immagino, dopo l'estate.
Un piccolo mistero per me, questa unghia di terra arenata nel Tirreno. Forse sono troppo sensibile alle isole, troppo illuso di saperle diverse.
La sera, si alza un vento costante e docile. Il mare si increspa appena. L'agave è un'ombra ritta nella luce metallica della luna. Persino le zanzare paiono non pungere troppo.

04 agosto 2007

Stronzate, un (illuminante) saggio filosofico

Un breve saggio illuminante su quello che siamo oggi: Stronzate (On Bullshit). Illuminante perché spiega perché il proliferare delle parole, la crescita mostruosa dei discorsi vuoti, delle chiacchiere inutili (questo blog compreso!): delle stronzate, insomma.
Leggiamo ad esempio alcune sue righe finali (copia/incolla dal testo che si trova qui, integrale ed in inglese):
The contemporary proliferation of bullshit also has deeper sources, in various forms of skepticism which deny that we can have any reliable access to an objective reality and which therefore reject the possibility of knowing how things truly are. These “anti-realist” doctrines undermine confidence in the value of disinterested efforts to determine what is true and what is false, and even in the intelligibility of the notion of objective inquiry. One response to this loss of confidence has been a retreat from the discipline required by dedication to the ideal of correctness to a quite different sort of discipline, which is imposed by pursuit of an alternative ideal of sincerity. Rather than seeking primarily to arrive at accurate representations of a common world, the individual turns toward trying to provide honest representations of himself. Convinced that reality has no inherent nature, which he might hope to identify as the truth about things, he devotes himself to being true to his own nature. It is as though he decides that since it makes no sense to try to be true to the facts, he must therefore try instead to be true to himself.

Passare dalla sincerità alla esattezza, dallo scetticismo alla concretezza: la fine del relativismo e la ricerca della concretezza e la tensione verso la verità: un'illuminazione. Sono forse entrato nel XXI secolo?

Sopra: la copertina dell'edizione italiana, edita da Rizzoli.

01 agosto 2007

Arte vera / arte finta

"Citrullo Delegai [...] è da sempre amante dell'arte vera [...] combatte con felice acrimonia l'arte finta"
Sta scritto qui accanto. Ma come distinguo arte vera da arte finta? Rispondo con questo esempio che è forse stupido, ma spero efficace.

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Il pane si fa con farina sale acqua e lievito; un pane fatto con questi ingredienti è pane vero: credo che questo non si possa obiettare. Se poi lo si cuoce in un forno a legna, ancora meglio!
Ma se sostituissimo un pizzico di farina con un pizzico di calce? E se invece ne sostituissimo una manciata? E se addirittura facessimo un intero pane di sola calce? Sarebbe ancora vero pane quello che cuoceremmo?
Personalmente, io un pane che abbia nella sua pasta anche soltanto un pizzico di calce lo considero una frode, pane finto. Posso anche mangiarne, ma finto resta: non trarrerei nutrimento da quella calce.
Si sostituisca adesso la parola farina con ispirazione bravura originalità passione, ciò che io ritengo gli ingredienti di un'opera d'arte vera: accettereste di sostituire uno di questi ingredienti con altri senza valore? E in che misura? Di quanta "farina" sentite di poter fare a meno nel vostro "pane"?
Come vedete forse il confine tra ciò che è vero e ciò che è finto, non è poi così soggettivo... almeno che mangiate allegramente bei panini di calce!