01 dicembre 2006

Vecchio e nuovo

La modernità d'un tempo imponeva l'aut aut tra vecchio e nuovo.
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Laddove si scelse il nuovo (nuovo ma d'un tempo passato) nacquero gli Hausmann e si è cominciati da zero, spesso perdendo meraviglie sotto le mazzate e le ruspe. E talvolta facendone di nuove.
Laddove invece si scelse di salvare il vecchio (che oggi è lo stravecchio), spesso poi s'è rimasti indietro accumulando ritardi e irrobustendo un generale conservatorismo. E talvolta quel ritardo s'è accumulato al punto che quasi ci si è fermati.
Poi c'é il nuovo coatto: quello imposto dalle bombe. Ed allora ecco ricostruzioni figlie più del bisogno che del gusto.
Forse proprio per lo scempio della seconda guerra mondiale, ma anche per la frenesia che fa invecchiare ogni cosa in un soffio, che oggi si ha maggior consapevolezza e cura del proprio passato: consideriamo antico persino le vecchie ciminiere. Elevando tutto alla gloria un tempo riservata agli Antichi ed alle anticaglie, presi da un delirio conservativo che porta addirittura a lasciare i sedimenti di sporco sui muri. Un delirio che almeno non detta aut aut.
Si può sostenere insieme l'antico e il moderno, il vecchio col nuovo. Un capitello corinzio con un raggio laser, un'edicola del cinquecento con un pelouche.
Abbiamo perso il metro di giudizio?
Mi verrbbe da dire che le nostre teste sono più robuste di quelle d'un tempo.. che reggono il peso d'una memoria più ampia.. ma ho proprio il sospetto d'aver sparato una cazzata.

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